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Reddito di cittadinanza, il M5S spinge per meno anni di residenza: ne basteranno 5. Accesso facile per più stranieri

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Non bastavano le frodi che quasi quotidianamente vedono protagonisti operatori truffaldini per l’attribuzione del reddito di cittadinanza a chi non ne ha diritto.

Se finora le regole per l’ottenimento del sussidio erano stabilite con dei criteri minimi di idoneità, ora quegli stessi criteri sono in qualche modo ‘ammorbiditi’.

Ergo, al netto delle truffe, invece che rendere più rigide le regole per l’accesso alla misura di sostegno, il MoVimento 5 Stelle renderà molto più facile l’allargamento della già nutrita platea degli stranieri extra Ue che ne faranno richiesta.

Si tratta di un avanzamento contenuto in un emendamento dei pentastellati alla manovra di Bilancio 2022, che prevede anche la discussione sul meccanismo della scala di equivalenza.

La prospettiva principale è quella di un dimezzamento nel 2023 della cosiddetta ‘soglia di residenza’ rispetto agli attuali 10 anni. Per i senatori 5S si potrebbe prevedere un abbassamento da 10 a 8 anni per il 2022 e da 8 a 5 anni per il 2023. 

La proposta di modifica dei criteri di accesso al sussidio non è comunque nuova.

L’emendamento segue infatti una delle indicazioni già fornite dalla commissione Saraceno su una maggiore inclusione dei cittadini stranieri e sull’aumento dell’importo del reddito per le famiglie numerose e con figli minori.

Oltre a questo, era prevista anche una misura che avrebbe consentito alle imprese di assumere i beneficiari anche con contratti sotto i tre mesi.

Immediata la reazione della Lega, con il commento dei capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.Aumentano le bollette, milioni di italiani rischiano di rimanere al freddo e senza lavoro, ma il M5S si concentra a dimezzare i tempi per far avere il Reddito di cittadinanza agli stranieri“.

Solo quest’anno – rilevano – sono stati spesi oltre 9 miliardi per una misura che troppo spesso ha regalato soldi a finti poveri e furbetti. La Lega lavora invece per aiutare in concreto famiglie e imprese, recuperando risorse attraverso una riforma del Reddito di cittadinanza che deve rimanere un sussidio destinato a chi realmente ne ha bisogno e non un incentivo a non lavorare. Questione di priorità“.

All’incontro con il premier Draghi a palazzo Chigi di qualche giorno fa, la delegazione composta da Giancarlo Giorgetti e dai capigruppo Molinari e Romeo, aveva già avanzato la proposta di ridimensionamento del reddito di cittadinanza mantenendo il sussidio solo per alcune categorie, usando la maggior parte dei fondi per combattere il caro bollette.

«La delegazione della Lega – si leggeva in una nota del Carroccio – ha espresso al presidente del Consiglio Mario Draghi forte preoccupazione per il caro-bollette, che rischia di ridimensionare i vantaggi del taglio delle tasse, suggerendo di intervenire recuperando risorse dalla riforma del Reddito di cittadinanza. L’obiettivo della Lega è aiutare in modo concreto famiglie e imprese, mantenendo il sussidio solo per alcune categorie ben precisate».

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